KII – Pantonecropolis
Auditoriumarte, Rome, Italy

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Cemeteries are deliberately created and highly organized cultural landscapes, which tell much about mankind’s view of life and death. The photographs which focus on the inner dealings of societies betray our chaotic fears, terrors and tremors which ironically create some sort of order, when all is seemingly gone. The panoramic photographs reflect the architectural liberty and the aesthetic freedom granted by death, which frees man from cultural constructions. These photographs show how funeral architecture becomes the ultimate expression where all fantasies, all emotions can be: if there is a mimesis between the architecture of life and that of death, the latter goes further, architectural imagination is let loose, and the departed are granted with a palimpsest of potentialities and emotional avatars of all that which could have been, may never have been and yet, is now, for ever. 

Hidalgo Cemetery, Tepic, Mexixo

La fotografia panoramica del Cristo morto è l’opera attorno a cui ruota, figurativamente e concettualmente, il progetto espositivo Pantonecropolis di Alejandro Gomez de Tuddo in AuditoriumArte.

Fotografato su una parete del cimitero di Messina, il corpo del Cristo – steso sulla lastra d’unzione secondo un’iconografia rinascimentale del Cristo Morto che ci ricorda quello straordinario del vertiginoso scorcio del Mantegna -, è un’immagine di alta intensità simbolica che condensa e racchiude in sé la dimensione intima delle fotografie in bianco e nero della prima sala, e quella invece più apertamente pubblica delle grandi fotografie panoramiche della seconda sala: ampi orizzonti dove le architetture dei cimiteri si fondono con lo skyline delle città sullo sfondo.

La dimensione privata della Morte è fissata dallo sguardo sobrio ed elegante dell’artista in fotografie scattate nelle sue flanerie solitarie nelle “città dei morti” in giro per il mondo: preziose composizioni di vanitas rubate al tempo che scorre, alcune più astratte e suggerenti e altre più realistiche e crude, memori anche nel sapiente gioco di luce e ombra della Natura Morta seicentesca. Natura Morta anch’essa, la fotografia del Cristo introduce tuttavia, nella sua orizzontalità, alla dimensione collettiva e antropologica della Morte delle vedute panoramiche dei cimiteri allestite a scorrere una dietro l’altra… 

Anna Cestelli, curator